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“C’ERA UNA VODKA” : Tiiiin, l’arte è servita.
La rubrica settimanale di Stefania di Pierro
Chissà se anche a casa di Gary Hovey vigeva la regola del doppio servizio di posate : quello ordinario e quello “buono da festa”, retaggio culturale di molte mamme (compresa la mia). Solo che Gary , a differenza di mia mamma, che le utilizza 6 giorni l’anno, occupando per il resto del tempo ingombranti cassetti, ha deciso di farne opere d’arte.
Ebbene si! L’ispirazione affonda le radici nel lontano 1987 quando vide per la prima volta le opere di John Kearney, artista capace di realizzare figure utilizzando i paraurti delle auto. Iniziò lì la sua sperimentazione che, passando attraverso l’allenamento con la saldatura, ha portato nel 2004 alla realizzazione della sua prima scultura : un cane in movimento realizzato interamente con cucchiai, forchette e coltelli in acciaio inossidabile. I soggetti da lui preferiti sono in genere animali selvaggi e tra le sue opere possiamo vedere aironi,gufi, gatti,leoni,cani, ecc ecc..
Le sue opere, come cita sul suo sito, sono esposte in Ohio, dove vive con la moglie e i figli.
Il Signor Gary utilizza quest’attività di manodopera come forma di distrazione dalla malattia diagnosticatali nel 1994 : il morbo di parkinson. In alcune foto appare, infatti, sorridente vicino all’opera appena eseguita a dimostrare come, spesso, l’arte sia terapeutica.
Una bella storia di originalità, coraggio e voglia di fare…nonostante le difficoltà!