Il Ministro della Cultura dice STOP al Bonus 18App

A cura di Arianna Semeraro

Mentre l’Italia è protagonista di un periodo storico difficile segnato da un elevato tasso di inflazione, da una crisi occupazionale, dalla crisi energetica e il relativo caro bollette, il governo Meloni punta il dito contro il settore culturale e il progetto 18app chiedendone l’abolizione e il ricollocamento delle risorse a favore del welfare dello spettacolo.

Il bonus messo sotto accusa è quello introdotto dal governo Renzi nel lontano 2016 che prevede il rilascio di una carta elettronica da 500 euro ai ragazzi di 18 anni per acquistare biglietti per il teatro, per il cinema, per monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturalilibri, comprare libri, abbonamenti a quotidiani e periodici , musica registrata, «nonché – recita il testo della vecchia legge di bilancio – per sostenere i costi relativi a corsi di musica, di teatro o di lingua straniera». Tramite l’applicazione 18app, in questi anni, numerosi sono stati i giovani che hanno usufruito di prezzi ridotti e di contenuti culturali gratuiti poichè, per poter richidere il bonus, gli unici requisiti validi riguardavano l’età e la cittadinanza italiana ( o un regolare permesso di soggiorno). Tuttavia, alcuni e isolati tentativi di truffa e di raggiro dell’emendamento emersi in passato, hanno attirato l’attenzione del nuovo Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che, appoggiato dal presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (Fdi), e dagli onorevoli Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (FI), ha chiesto la definitiva abrogazione del bonus.

Che fine farebbero allora questi fondi? Stando alle dichiarazioni del governo, le risorse (circa 230 milioni di euro annui) verrebbero ridestinate  a finalità di sostegno del mondo dello spettacolo e della cultura occhio però a guardare nello specifico di cosa si tratta. Si va dal rafforzamento del Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo, al Fondo per gli operatori dell’editoria e delle librerie, al Fondo per lo spettacolo dal vivo al sostegno delle attività di rievocazione storica de “La Girandola” di Roma.  E non solo, è istituita la ”fondazione di diritto privato” denominata ‘Fondazione Vittoriano’, con compiti di gestione e valorizzazione del Complesso del Vittoriano” , il Fondo di 5 milioni l’anno ai carnevali storici e, infine, in vista delle celebrazioni dedicate a Guglielmo Marconi nella ricorrenza dei centocinquanta anni, è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l’anno 2023 e di 2 milioni di euro per l’anno 2024. Il Bonus 18app, quindi, secondo il nuovo emendamento verrebbe sostituito da una “Carta Cultura” pensata per aiutare le famiglie più bisognose ad acquistare i testi scolastici.

A questo punto mi chiedo anzi, vi chiedo, caro governo Meloni e caro Ministro Sangiuliano, pensate sia questo ciò di cui davvero necessitano le generazioni più giovani? Pensate che svago culturale e formazione scolastica possano essere usati come sinonimi? Credete seriamente che con questo nuovo emendamento non ci sarà nessun “furbo” che intascherà un po’ di quei 5 milioni destinati ai carnevali storici o che attingerà all’utilissimo (da leggere con tono ironico) fondo pensato per le rievocazioni storiche?

La nuova proposta che arriva dal governo più che una sostituzione o modifica dell’attuale bonus è, in realtà, un progetto ex novo indirizzato a un nuovo target (non più i giovani ma i lavoratori del settore culturale di vario genere) e con nuovi obiettivi (non promuovere l’avvicinamento alla cultura delle nuove generazioni ma offrire supporto a realtà culturali di diverso tipo). Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, nel frattempo, come reminder riporto una citazione di Albert Camus tratta da Il mito di Sisifo «Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro.» Dare la possibilità alle nuove generazioni di avvicinarsi con più facilità al mondo culturale è un regalo per il futuro, un regalo che questo emendamento non è più intenzionato a concedere.