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INTERVISTA – Bugo: “Parlo di emozioni, è ciò che mi interessa”
a cura di Luigi Lupo
Parla di amore e di temi sociali. Il suo stile varia dal folk al rock elettronico. Nei suoi testi trionfano ironia, emozioni, sensazioni. Bugo, nome d’arte di Cristian Bugatti, non a caso è definito il “fantautore”. Una definizione che riesce a rendere il suo essere un’artista innovativo, un cantautore che ha portato la canzone impegnata nei tempi moderni. Attivo dal 1996, ha realizzato sette album. Lui, la sua chitarra, a volte il pianoforte. Così Bugo lascia partire l’immaginazione, butta giù parole che pesano ed incidono. Ma la mente di Cristian attraversa le varie sfumature dell’arte. Non solo musica, anche fotografia, pittura persino cinema. Un’amante della cultura a 360 gradi.
Nelle ultime settimane, ha lanciato il suo nuovo singolo “Cosa ne pensi Sergio”. Noi di doyoulike.org lo abbiamo intervistato.
Il tuo nuovo singolo “Cosa ne pensi Sergio” parla della ricerca di nuovi stimoli. Riflette un momento della tua vita? Chi è Sergio?
Cosa ne pensi Sergio non parla solo di me o di quello che penso io. Le mie canzoni sono bozzetti di emozioni, prendo un’emozione e cerco di trasformarla in canzone. L’idea mi è venuta in mente nel momento in cui ero solo e avevo bisogno di un “Sergio, amico, confidente, con cui relazionarmi. Mi sembra che viviamo troppo da soli e la solitudine non fa bene! Sergio è simbolo di amicizia e riscatto, la voglia di cambiare le cose. Ma forse è solo un’illusione…la vita va avanti e non dobbiamo perdere la grinta e la voglia di rivincita.
Il singolo è stato lanciato da una curiosa campagna di marketing. Nella città di Milano sono stati diffusi dei manifesti che riportavano la scritta “Cosa ne pensi Sergio?” senza alcuna indicazione. Che riscontro hai ottenuto da questo lancio innovativo di un singolo?
E’ piaciuto. Erano due anni che non si parlava di me e volevo tornare con qualcosa di forte. sapevo di avere in mano una canzone forte ma mi serviva un altra cosa, qualcosa di inedito. Così mi sono inventato questi manifesti “anonimi”: non volevo legarli subito al mio nome…volevo esprimere un sentimento comune. Il fatto che viviamo alle strette e abbiamo bisogno del nostro “sergio”, volevo fare una domanda. Cosa ne pensi? E’ gia’ un modo per relazionarsi…senza arroganza, come spesso si vede in giro….
Cosa dobbiamo aspettarci nel tuo prossimo album? A distanza di quattro anni da “Nuovi Rimedi Per la Miopia”, è variato qualcosa nel tuo modo di scrivere e fare musica?
Quando scrivo canzoni sono sempre lo stesso, io con la mia chitarra e qualche rara volta al pianoforte. A questo giro voglio andare dritto al sodo, poche parole , chiare e dirette che e’ sempre stato il mio modo di scrivere . Ma questa volta voglio essere ancora piu’ incisivo… spero di riuscirci..
Torniamo a ritroso e partiamo dall’inizio. Come nasce il progetto “Bugo”? Quali sono le sue influenze musicali?
Mi hanno sempre chiamato Bugo, fin dalla tenera età. Non riesco a considerarlo un progetto. Io parlo di emozioni, questo è quello che mi interessa: la vita, i sogni, le cadute e la voglia di recuperare, mi interessano i sentimenti universali e condivisi- Fin dall’inizio , cioè circa 15 anni fa, ho subito cercato di espormi, di espormi come persona… ma non parlando solo di me ma anche degli altri. Le mie influenze musicali sono piuttosto classiche, Celentano, Tenco, Vasco in Italia e molto rock dall’estero….
Cosa significa per te fare musica?
E’ l’unico modo che ho per tirare avanti. Sono banale se ti dico che è una necessita’… ma è così . Mi capita che devo parlare e io parlo meglio con le canzoni. Credo.
Cosa ne pensi della scena musicale indie ed elettronica italiana? Cosa ti sta sorprendendo negli artisti contemporanei?
L’ho sempre detto, e lo ripeto: la musica non e’ in crisi! E’ in crisi un sistema… ma io non voglio entrare in merito alla questione, non sono un discografico! I giovani sono sempre in forma, non mi interessa per forza la scena indie o mainstream, non ho mai fatto barriere, non servono le barriere! Vuoi un nome di qualcuno nuovo che mi piace? Non lo so!
L’album, “Nuovi Rimedi Per la mia Miopia” fu accompagnato da allestimenti e partecipazioni a mostre e fiere. Quali sono i punti di contatto tra l’arte sonora e quella figurativa?
Non ho mai unito le arti. Erano due percorsi paralleli ma ora e’ chiusa la parentesi dell’arte. Io sono e rimango sempre un artista per il palco!!!
Dopo il tuo ruolo nel film “Missione di Pace” hai continuato a coltivare anche il ruolo di attore? C’è qualcos’altro in programma da questo punto di vista?
No, non mi ritengo un attore, è stata una bella esperienza soprattutto perchè in quel film cantavo le mie canzoni, come nei vecchi film anni 60, i musicarelli. Per il futuro non so, però ad esempio mi piacerebbe cimentarmi un ruolo da poliziotto tipo l’ispettore Challagan!
foto by Max Gazzetta
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