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INTERVISTA – Carolina Da Siena: “La musica è il mio rifugio”
a cura di Gigi Salvemini e Luigi Lupo
Un’anima italiana, una musica intensa, vibrante, cupa. Carolina Da Siena arriva dalla Puglia e porta con se la poesia e l’energia del cantautorato italiano che guarda verso il rock. Dopo un primo EP davvero sorprendente, Nugae, uscito nel 2012, e numerosi riconoscimenti a livello nazionale, a inizio 2015 ha dato vita al suo primo album, Klotho. Ne ha parlato nella nostra intervista.
Come hai iniziato a fare musica, quali sono state le tue influenze ?
Ho cominciato da piccolissima con il pianoforte, il mio primo amore. Sono sempre stata attratta dalla musica e crescendo è diventata la mia casa, il mio rifugio. Un giorno, ho trovato una vecchia chitarra in un armadio e, ancora una volta, mi sono innamorata di colei che sarebbe diventata un’amica inseparabile. Di quelle a cui puoi raccontare tutto e, che nonostante tutto, non ti abbandona mai. Ascoltavo, e tutt’ora ascolto, qualsiasi cosa, alla ricerca del brivido, alla scoperta della bellezza.
Il tuo primo album, “Klotho”, suona molto espressivo e intenso dal punto di vista dei testi. Da dove nasce?
Klotho’ è nato dalla voglia e dall’esigenza di mettere in ”bella copia” alcuni brani che ho suonato tanto dal vivo ma che, proprio per questo motivo, non avevo mai avuto occasione di arrangiare in maniera definitiva, fissare nel tempo, una volta per tutte. Mi piace scattare fotografie in musica. In genere scrivo i pezzi in maniera molto spontanea e, quando sento il bisogno di sfogarmi, mi piace prendere appunti sulla realtà. Ne faccio parte, un attimo dopo vorrei non essere qui, poi ci penso un attimo, continuo a osservare. Ascolto. Scrivo di ciò che capita e che mi capita.
Raccontaci, “Brucia”, il singolo che, insieme ad un video, ha anticipato l’uscita del primo album
Brucia racconta un amore ubriaco ed immortale, l’amore del qui ed ora, che i due amanti sanno dall’inizio non potrà durare a lungo. Ma non si mettono comunque contro il loro destino, perché sanno che l’amore migliore è proprio quello che non ha futuro, forse.
Qual è il tuo rapporto con la scena musicale italiana e in particolar modo pugliese.
Un bel rapporto, senz’altro. Mi piace il confronto produttivo, e sostengo da sempre che l’Italia pulluli di realtà e musicisti di spessore non indifferente. Certo, nel panorama italiano degli ultimi anni la Puglia sta forse sfornando alcuni tra gli artisti più interessanti, destino di una terra che ha sempre vissuto di contaminazioni.
Quanto è incoraggiante per i progetti futuro avere dei riconoscimenti per il proprio, spesso sudato, lavoro?
Il raggiungimento di traguardi è certamente incoraggiante. Ma la cosa migliore è il percorso per arrivarci. Avendo partecipato a diversi concorsi ho avuto la fortuna di incontrare tanti professionisti, confrontarmi con realtà diverse e nuove, crescere. Ed è tutto carburante per l’anima.
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