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INTERVISTA – Serena Brancale: “Viva la musica libera”
a cura di Gigi Salvemini e Luigi Lupo
Pugliese doc, classe 1989, ma soprattutto uno spirito forte e affascinante. Serena Brancale non è solo la rivelazione femminile della musica italiana ma è anche tanto altro. Intraprende gli studi musicali sin da piccolissima approcciandosi prima al violino, poi al pianoforte, parallelamente coltiva anche la sua passione per la recitazione e la danza. Autrice, arrangiatrice e musicista del suo primo album di inediti in italiano dal titolo “Galleggiare” prodotto da Michele Torpedine e dalla Warner Music Italy e presentato a Febbraio in concomitanza della sua performance al “Festival di Sanremo”. Provate a guardare il video del suo brano “Il gusto delle cose”. Serena è così: brava, bella, simpatica e intelligente. Piace, diverte e trasmette positività.
Abbiamo incontrato e intervistato Serena Brancale in esclusiva per doyoulike.org
Quali sono stati i tuoi percorsi di formazione e crescita all’interno della musica?
..ho incominciato a muovere i miei primi passi ballando in casa. Ero molto piccola e mia madre mi racconta sempre che ballavo e cantavo alle feste in famiglia.. Il primo strumento che ho preso in mano invece è stato il violino, poi pian piano mi sono avvicinata alla musica jazz studiando canto, batteria e parallelamente recitazione e danza.
Quanto ha influito sulla tua scelta di fare musica il fatto di provenire da una famiglia di musicisti?
I primi input arrivano sempre dal nostro nucleo familiare, noi siamo il prodotto di ciò che accade in esso. Sicuramente esiste l’eccezione che conferma la regola , ma nel mio caso ho sempre respirato musica e arte in casa.
Quali sono stati i tuoi primi ascolti?
Da piccolina ho ascoltato tanta musica disparata: Soul, afro-americana, pop italiana e alternavo questi ascolti con i dischi di musica jazz di mio nonno, quando trascorrevo i pomeriggi con lui. E poi dall’altra parte della casa c’era mia sorella, adolescente, che suonava Rachmaninoff al piano e imparavo a memoria i suoi fraseggi di musica classica.
Arriviamo a Sanremo. Raccontaci questa esperienza e la canzone “Galleggiare”. In molti, tra la critica e il pubblico, l’hanno apprezzata definendola fuori, però, dagli standard musicali di Sanremo. Motivo per cui non avrebbe avuto successo. Cosa ne pensi?
“Galleggiare ” è sempre stato un pezzo “di nicchia”. (Ma cos’è sta nicchia? )È nato così e nessuno ha mai voluto snaturarlo, non è di certo il pezzo giusto per il festival popolare della musica italiana, però forse se fosse stato sin troppo adatto nessuno ne avrebbe mai parlato. Sono contenta di aver portato su quel palco un pezzo di me, fregandomene dei canoni televisivi. Viva la musica libera.
Il tuo genere, che potremmo affiancare al soul, sta vivendo, soprattutto in Inghilterra, una nuova fase affiancato all’elettronica. Vedi Aluna George, Erykah Badu, Lauryn Hill, James Blake e altre rivelazioni. Cosa ne pensi di questo incontro tra anime e voci calde e una musica prettamente digitale?
Sono entusiasta di questo genere musicale, di questo connubio tra il soul e l’elettronica. Nei miei concerti c’è molto di questo.
Sei in lavorazione per un nuovo album, cosa dovremo aspettarci?
Il prossimo album è una vera e propria sorpresa e lo sarà anche per me stessa. Non si ascolteranno soltanto mie canzoni ma avrò l’onore di eseguire brani inediti di grandi autori della musica italiana e al contempo il piacere di collaborare con musicisti che hanno vissuto da vicino la musica e la vita di Pino Daniele.
Che rapporto hai con la Puglia?
La Puglia È il mio portafortuna . Guai a chi me lo tocca.
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