INTERVISTA – NITRO: “Io spero veramente che venga recepito dalle persone il sangue che ho sputato per fare questo disco…”

a cura di Gigi Salvemini e Marco Rosito

L’artista classe 1993 della Machete crew torna a poco più di due anni di distanza dai successi di “Suicidol” (Sony Music, 2015), disco che, oltre a essere stato certificato oro dalla FIMI, ha collezionato decine di milioni di views con i rispettivi video dei singoli e altrettante centinaia di date live che hanno registrato il sold out ovunque. “No comment” segna l’ennesima conferma delle abilità di Nitro nell’uso della lingua italiana, del linguaggio rap e nella padronanza della metrica su vari stili appartenenti alla famiglia hip hop. 13 nuovi brani di cui 9 prodotti da “Low Kidd”, sound engineer di Machete Empire Records e fondatore di 333 Mob, con la collaborazione di Slait per la traccia “Last Man Standing”. Le tracce “Buio Omega” e “Infamity Show”, nuovo singolo uscito l’8 gennaio, sono state prodotte da Salmo, mentre i brani “Chairaggione” e “Ho fatto bene” sono stati affidati al giovanissimo e chiacchierato talento tha Supreme e da Zef e Denny The Cool. Quattro ospiti di prestigio nei featuring, come Salmo, frontman di Machete, Madman, Dani Faiv (nuovo talento di Machete Empire Records) e Lazza, nome di punta di 333 Mob e protagonista della scena nel 2017.

Abbiamo incontrato Nitro a Torino e chiacchierato con lui sul nuovo album e tante altre curiosità anche extra musicali.

E’ il terzo album per un artista giovane come te. Frutto di un egregio lavoro fatto in questi anni e di un grande seguito raggiunto. Cosa ti aspetti da “No Comment”, considerando la natura riflessiva e a volte auto-ironica di questo nuovo album?

” Io spero che entri nel cuore delle persone almeno quanto ci ho messo io di cuore mio. Io cerco di escludermi un po da internet, infatti mi sono un po auto-rapito per fare questo disco (per questo c’è quella copertina che sembra un po’ un rapimento). Ho letto e visto un po’ di opinioni contrastanti che fanno parte del gioco e che ovviamente è logico che ti toccano in un certo senso. Sei sempre un umano che cerca di fare arte e sei sempre ipersensibile per quanto riguarda il tuo lavoro.

Su una cosa però non transigo: sul fatto che dicano che sia un disco con poca passione o roba del genere. Io spero veramente che venga recepito dalle persone il sangue che ho sputato per fare questo disco, aldilà che piaccia o meno. Se piaccia o meno non posso farci assolutamente niente ed è meglio così. Se non ti piace vuol dire che non fa per te. Lavoro per livelli di attenzione, chi ha voglia di prestare più attenzione capirà più cose, chi non c’ha voglia capirà solo quello che c’è in superficie. “

“Sono stato muto due anni per stare a sentire che avete da dire, il solo risultato che ho avuto è capire che ormai più nessuno vuol fare le rime”. Forse abbiamo capito a chi è riferita, ma senza fare nomi, a chi è rivolta questa frase?

” E’ rivolta alle generazioni nuove. Non me ne frega un c***o di chi è nel rap game e non fa più rime. Ce l’avete fatta? Ok, i numeri purtroppo vi danno ragione! Io ce l’ho con i ragazzi che ascoltano queste cose e si metteranno a fare rap in futuro. Voglio dirgli che è ancora figo fare le rime. Ho provato a dirlo in maniera ironica, nella mia maniera, in maniera anche di “frecciatina”, perché è solo così che capiscono. Se dico è figo fare le rime mi dicono “si va bè babbo, vaffanculo”. Se dici una cosa ironica che fa scalpore la gente ci riflette già di più. “

In un contesto storico caratterizzato dal fenomeno “baby gang”, quanto può la musica e voi artisti influire su un processo di evoluzione sociale soprattutto nei più giovani?

” Il rap dovrebbe fare qualcosa. Essendo una musica che di suo esprime il concetto di libertà più assoluto: puoi dire quello che vuoi! Non mi sembra giusto limitare i ragazzi che vivono queste situazioni e hanno voglia di raccontarle. Io penso che gli artisti in primis dovrebbero dire che il messaggio delle proprie canzoni non deve essere per forza il proprio mantra di vita. Bisogna ben realizzare la differenza tra quello che è detto in una canzone e quello che è fatto nella vita reale. “

Fai parte di una “crew” che un po’ ricorda quel lontano hip-hop americano, fatto di rabbia e testi spesso duri. Che importanza ha per te rappresentare “Machete Crew” e portarne alto il valore?

“ Vuole dire crew. Crew nel vero senso della parola. Ho sentito tanti inventare la parola crew, poi dopo 5 mesi, quando hanno visto dove vanno i soldi, crew un bel paio di c******i!!!!! Noi siamo ancora qui dopo 6,7 anni e siamo ancora qua per restare. E siamo più uniti di prima!!! ”

Esiste secondo te un modo per far capire ai giovani qual’è il vero rap italiano e avvicinarli ad esso allontanandoli da finte realtà?

“ Io penso che sia un riflesso della gente più che degli artisti. Che nessuno si debba sentire in dovere di salvare l’hip-hop. Nel senso che è musica e come musica cambia, si evolve, migliora, peggiora. Quello che possiamo fare noi è dire io faccio il mio e lo faccio cosi. Questo è come faccio io il rapper. Poi se ti piace è bene, se non ti piace amen! Però intanto io la mia coscienza ce l’ho a posto, a livello lirico.”

Ultima domanda, non musicale. I tuoi testi sono pieni di spunti riflessivi che spesso diventano vere denunce sociali. Cosa pensi dell’attuale contesto politico italiano? E qualora lo faccia, quanto condiziona la scena musicale?

“ Purtroppo questo è un argomento molto delicato in Italia perché secondo me non c’è più un sentimento politico da parte dei ragazzi. Perché si sentono smarriti e non si sentono rappresentati dalle persone che sono al governo, in quanto le persone che sono al governo hanno in media sessant’anni più di loro. E’ come mettersi a parlare con tuo nonno!! Mi dispiace dirlo, ma è così. È finché non ci saranno dei volti giovani che danno delle idee nuove e ci sarà questo “magna magna”, “ti tengo il posto io…stai tranquillo…”, forse potremmo parlare di politica. Al momento mi sembra di parlare di un elitè che decide chi far entrare e chi far uscire per come gli conviene a discapito della politica e fregandosene del partito. E’ una spettacolo di marionette, si mettono uno contro l’altro ma in realtà sono dalla stessa parte. “

 Tre brani stranieri e tre italiani che sono in cima nel tuo iPod…

“ Al momento mi piace molto la roba J.I.D. che è un ragazzo molto forte, americano, che sta crescendo parecchio. Il nuovo disco “Yeezus” di Kanye West, non posso dire una canzone quindi tutto il disco e “Gimme some more” di Busta Rhymes. Di italiani ti dico Zucchero – canticchia – “ …e piovono baci dal cielo…”, Bassi Maestro “Stupidi” e “Sempre grezzo” di Primo. ”

 

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