Artisti diversi, etnie provenienti da ogni parte del mondo che si incrociano e si abbracciano, insieme per lanciare un messaggio di pace al mondo. E’ l’ambizioso progetto di “Playing For Change”, una realtà nata nel 2004 grazie al supporto di artisti di strada e dell’omonima fondazione che punta alla costruzione di scuole destinate all’infanzia nei luoghi più poveri del pianeta. L’ultima iniziativa è davvero originale: un album dove 185 musicisti, tra semplici artisti di strada o star note al grande pubblico, provenienti da 31 diverse nazioni, interpretano in maniera innovativa i pezzi che hanno fatto la storia della musica popolare. C’è “What’s Going On” di Marvin Gaye o “Get Up Stand Up” di Bob Marley così come “La Bamba” dei Los Locos. Ma naturalmente non poteva mancare l’inno del terzomondismo: “Clandestino”, la hit che lanciò sedici anni fa Manu Chao. Un brano dalle atmosfere reggae con un testo che denuncia la condizione spregevole degli immigrati tra fame e guerre, costretti a subire privazioni della dignità, succubi dei pregiudizi. E così la canzone dell’artista francese calza a pennello nel progetto “Playing For Change 3: Songs Around The World” dove l’incontro delle etnie, la “babilonia” delle culture, sono gli ingredienti principali. “Clandestino” – come si può vedere nel video – viene suonata e cantata da artisti di tutto il mondo nelle località più disparate.
Esibizioni che sono state riprese da Mark Johnson, statunitense, produttore discografico, autore del progetto, che ha girato i cinque continenti armato di una cinepresa per riprendere le interpretazioni originali e fantasiose delle più belle canzoni. Tra di loro spunta anche Manu Chao, proprio lui autore – potremmo dire per la seconda volta – di una hit planetaria.
Per l’artista francese è un periodo molto fervido. Che lo vedrà partire in tour questa estate toccando anche l’Italia: tappa il 27 giugno a Trieste e il 5 agosto nella splendida location del “Parco Gondar” a Gallipoli. Da quelle parti, calde e frizzanti, Manu porterà il progetto “La Ventura”: insieme a lui ci saranno Jean Michel Gambeat, bassista storico, il chitarrista Madjid Fahem e il solido batterista David Bourguignon. Un evento per riproporre il meglio della carriera di un’artista simbolo dell’incontro tra culture ed etnie diverse. E non è un caso che sia stato scelto per il progetto “Playing for Change”.
Luigi Lupo
Ascolta “Clandestino” reinterpretata da diversi artisti