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REPORT – Dalla periferia la musica di Ensi e Franco 126
a cura di Gigi Salvemini
Una domenica di Settembre, quasi lontani dalle serate in spiaggia e dai concerti in pantaloncini. Due giovani artisti affermati della scena musicale italiana. Due stili diversi, diversi nel genere. Quello che li unisce? Entrambi provenienti dalla periferia di due grandi città. Le figure adatte per un festival organizzato in uno di quei paesi definiti periferie delle metropoli. Riassunto: Ensi e Franco 126 live a Palo del Colle, a pochi chilometri da Bari, per lo Rigenera SmartCity Festival delle Periferie, organizzato per valorizzare le periferie e voluto dal laboratorio urbano Rigenera. Se il contesto è la periferia, il miglior genere che esprime questo contesto è sicuramente l’hip-hop. L’ambasciatore rap della serata è Ensi, rapper cresciuto a due passi da Torino, figura rilevante dell’hip-hop italiano. Ma quello vero. E Ensi lo esprime nel miglior modo. Cattivo, un vulcano di energia che carica portando sempre le mani al cielo. Un rapper genuino senza peli sulla lingua. Uno della “Machete Crew”, attualmente impegnato nel progetto “The Real Rocker”. Inconfondibile è il suo stile da freestyler e mattatore. Ensi “spacca” per un’ora con abbondante recupero. Un artista che ama e rappresenta l’hip-hop, e ci crede così tanto da far pezzi lunghissimi, scusandosi addirittura per “la 5 strofa”. E poi Franco 126, l’idolo indie delle teenager (se l’indie esiste ancora), su un palco completamente trasformato nel suo habitat da “Stanza singola”: drink alla mano, poltrona e lampade che adornano il mainstage. Un approccio con il pubblico diverso, disinvolto, simpatico, loquace, con un romanesco sciolto, come se l’alcol facesse sempre più effetto. Reduce dall’ospitata al concerto dei The Giornalisti al Circo Massimo di Roma, offre un’ora di musica e piacevole intrattenimento. “Stanza Singola” è un album che piace e non è strano vedere il pubblico cantare quasi tutti i brani in scaletta. Tra canzoni come “San Siro”, “Vabbe”, “Oi oi”, “Nuvole di drago” e la hit “Frigobar” ammette che, a differenza di Ensi, “il freestyle fu un fallimento“, raccontando anche di aver provato a vivere a Londra, ma con scarsi risultati.
Quello che ci colpisce è che quel ritmo, quelle basi, quei testi di brani che piacciono davvero a tutti. Una serata che ha unito un pò tutti. C’erano i ragazzi che con le mani al cielo cantavano a squarciagola. C’erano persone più grandi con sulle spalle i loro figli che cantavano. C’erano bambini che conoscevano a memoria le parole delle canzoni. “Ma vabbè”, forse perché immedesimati da quel “starnutire sul soffione” che forse ci accomuna un pò tutti.