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REPORT – Festival Moderno, l’Italia non è un paese per vecchi
a cura di Jack Malombra
Quando mi sono ritrovato all’ingresso del circolo Magnolia di Milano per l’attesissimo Festival Moderno, non ho potuto fare a meno di pensare ad un noto comico che affermava ironicamente che l’Italia è un paese per vecchi. Forse avrei dovuto invitarlo formalmente sulla sua pagina Facebook e offrirgli un vodka lemon in mezzo al pubblico di giovani colorati ed entusiasti pronti a celebrare la modernità.
Purtroppo gli impegni lavorativi non ci hanno permesso di seguire l’evento dall’inizio alla fine ma ecco com’è andata. Il primo artista che ci aspetta, appena entrati, è Mykki Blanco, eclettico rapper afroamericano che propone un live estremamente dinamico, con un abito da donna, dopo i primi due brani, all’urlo di “make a circle” scende tra il pubblico e continuerà a cantare tra gli spettatori per tutto il resto della performance.
Sul palco successivo ci aspettano i Blood Orange, uno dei gruppi che aspettavamo con ansia, propongono buona parte del nuovo album Freetown Sound senza dimenticare i maggiori successi dell’album precedente. Mi aspettavo un live più scherzoso e più dinamico, invece è stata una performance di classe e qualitativamente ottima, la colonna sonora perfetta per il tramonto a cui stavamo assistendo.
La notte comincia con Mura Masa: producer e dj britannico, fa ballare il pubblico che reagisce con entusiasmo, sicuramente la sua data unica italiana è stata una delle più attese. Il pubblico del Magnolia si avvicina in massa al main stage e posso assicurare che quello di Grimes non è stato un concerto, non è stata neanche una performance, la nostra artista preferita ha immerso il pubblico in una festa vera e propria per tutta l’esibizione.
Le danze si aprono con il singolo Realiti e sul palco troviamo anche la presenza di due ballerine che con lustrini colorati e vestiti sgargianti catturano l’attenzione di tutti, Flesh Without Blood a seguire e Venus Fly, Grimes scherza con il pubblico e sembra aver deciso di portare dal vivo i suoi brani più movimentati lasciando in secondo piano la sua vena più sperimentale.
Scream, eseguita assieme alla stessa performer che collabora con lei nel disco Art Angels, da cui è tratto buona parte del concerto, senza dimenticare i singoli Genesis, Oblivion dall’album precedente Visions e Go frutto di una collaborazione con i Blood Diamonds .
L’intero live è la piena manifestazione della modernità, nonostante quella di Grimes seguita dall’eccentrica etichetta indipendente 4AD sia una carriera già composta da quattro album, l’artista sembra avere ancora molto da esprimere musicalmente. Durante l’esibizione abbiamo la percezione che questo per Grimes sia solo l’inizio del successo che merita una musicista eclettica e innovativa come lei.