REPORT – FKJ e MECNA, i giovani conquistano il LOCUS FESTIVAL 2019

a cura di Gigi Salvemini

Uno 32 anni. L’altro 28. Così il Locus Festival ha deciso di dare il via a quella che è l’edizione numero 15 di uno dei festival più affascinanti non solo in tutta Italia ma anche in Europa.

Per la prima data di questa edizione Bass Culture, importante realtà pugliese, fondatori e organizzatori del festival, ha fatto una scelta artistica coraggiosa ma credo molto meditata, perché non parliamo di due artisti a caso, ma di uno tra i più promettenti rapper e cantautori italiani, Mecna e vista l’età, l’enfant prodige francese, pioniere della New French House, French Kiwi Juice o meglio conosciuto come FKJ che è riuscito ad imporre il suo stile, la sua classe e il suo modo di suonare e di fare live in maniera prepotente a un pubblico di grandi intenditori ma soprattutto un pubblico internazionale. Un forte e netto cambio, o meglio più che cambio nuovo aspetto di questa edizione, viene subito in evidenza dal dato anagrafico sia dei protagonisti chiamati ad aprire questa importante manifestazione sia del pubblico giunto da ognidove per questa prima data del 2019. E così come il forte impatto anagrafico, anche l’impatto con la serata sembra essere direttamente proporzionato a quello che è un nuovo aspetto generazionale di questo importante festival.

Da anni il Locus ci ha abituati ad una proposta musicale di alto livello soprattutto che potesse essere avanguardista nei confronti sia del contesto musicale che viviamo sia nei confronti del pubblico che si avvicina ogni anno a questo festival e che ancor più importante rinnova la sua presenza anno dopo anno. Il risultato di quello che noi in maniera molto amichevole vorremmo definire “esperimento avanguardista” si è trasformato in una grandissima apertura con circa 3 ore di grandissima musica. Due generi diversi interpretati da due giovani artisti di altissimo livello. Un’apertura che ha coinvolto tanti ragazzi, forse alla loro prima (in futuro capiranno anche fortunata) presenza al Locus. Il pugliese Mecna inizia alle 21.00 con il suo stile inconfondibile da ragazzone ribelle e melanconico, a tratti passionale, che riflette l’amore libero e spensierato delle nuove generazioni. Il mood è quello giusto per aprire le danze. La Masseria Mavu è colma e alle 23.00 circa siamo completamente catapultati nel clima al quale il festival ci ha abituati da anni: circondati da appassionati di musica che sorseggiando buon vino aspettano l’inizio di qualcosa di musicalmente unico.

Il protagonista assoluto della serata diventa FKJ e per circa 2 ore tutto diventa magico. Se provassimo a pensare ad un artista giovane, talentuoso, polistrumentista e produttore, FKJ è il nome perfetto. Con estrema facilità e controllo passa dal piano al basso, canta e campiona suoni e synth che si fondono creando un’atmosfera straordinaria. Padrone del live looping dimostra anche grandi abilità come sassofonista.

Un inizio diverso rispetto agli altri anni ma che ha convinto per la contemporaneità artistica, coinvolgente e di alto livello. Un festival che continua a non snaturalizzare la sua proposta musicale mettendosi al passo con le nuove generazioni. Ora si attendono i grandi nomi in programma, magari confermando il cambio generazionale già preannunciato lo scorso anno con Cosmo e che si riconfermerà prepotentemente grazie alla presenza di artisti come Mahmood e Calcutta.

https://www.instagram.com/p/B0c6QaYhA2H/