REPORT – Pj Harvey, l’ultima rosa arrabbiata

a cura di Jack Malombra

“Hai sentito The Community Of Hope?? Io amo PJ Harvey ma non la sopporto quando è allegra”.

Se hai mai pronunciato questa frase o sei d’accordo puoi interrompere qui la lettura, se invece hai percepito il primo singolo del ritorno di Polly Jean come un sorriso di circostanza o una risata isterica, ti prego di proseguire.

Sull’artista inglese ne ho sentite di ogni, recensioni su recensioni e critiche più o meno costruttive, vorrei spiegarvi cosa hanno significato le sue canzoni per me dai tempi di Rid of Me ma ora come ora mi dilungherei troppo.

Sento spesso diverse persone riferirsi a lei definendola “regina del rock”, ma in questa domenica piovosa all’Alcatraz di Milano, la cantautrice sale sul palco in mezzo ad una fila indiana composta da tutti i suoi musicisti, dimostrando così di essere umile e smontando letteralmente l’epiteto di “regina” che le hanno affibbiato critica, stampa e tutto il carrozzone mediatico che le gira intorno.

Sul palco ottoni, percussioni, tastiere, chitarre e la stessa Polly si esibisce con il sassofono su diversi brani della sua ultima fatica The Hope Six Demolition Project.

Lo spettacolo che abbiamo visto è un sunto degli ultimi due album e della visione politica dell’artista, senza dimenticare però qualche vecchio successo del passato.

Il primo pezzo in scaletta è Chain of Keys, seguita poi da altri quattro nuovi brani tra cui i primi due singoli: la già citata The Community Of Hope e The Orange Monkey. Incredibile è come le canzoni di Let England Shake si mescolino ai nuovi brani della cantautrice, l’omonima title track del penultimo disco non si fa attendere e così altri singoli rappresentativi di quel periodo come The Glorius Land, The Words That Maketh Murder passando anche per due brani di White Chalk come The Devil e When Under Ether.

Uno spettacolo raffinato, di classe, degno dell’onestà intellettuale di PJ Harvey ma adesso basta filosofeggiare, è ora di una vecchia hit del 1993 come 50ft Queenie seguita da Down By The Water dove temiamo che il locale possa crollare per il boato e la felicità di un pubblico al completo. Dopo aver presentato la sua band e aver notato la presenza di due italiani sul palco, è il momento di To Bring You My Love e la conclusione con una magica River Anacostia e i suoi cori inquietanti.

Ovviamente è previsto un bis dove viene presentato un nuovo brano e la conclusione con The Last Living Rose, l’ultima rosa vivente con cui PJ Harvey sembra dare un messaggio quasi di speranza, il mondo è allo sbando ma crescono ancora le rose.