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REPORT – “R.I.P 50 Weapons Finale”, come vivere il meglio del clubbing
a cura di Luca Tarantini
MANCHESTER – Se pensate ad un club underground, bhè sicuramenete, se ci siete stati o ne avete sentito parlare, vi verrà in mente il WHP di Manchester. Il ‘Warehouse Project’ è uno dei migliori club del Regno Unito, se non il migliore come l’ha definito un editoriale del magazine online “Mixmag”.
Penso che prima di fare una stima dei migliori club europei bisogna aver partecipato ad almeno una delle loro serate. Sempre se si ha la fortuna di trovare i tickets già in sold out con mesi di anticipo, cosa giustificabile se si pensa al fatto che la programmazione del club ruota attorno ai tre mesi autunnali che vanno da settembre a dicembre. Ebbene si una programmazione di soli tre mesi! Ma che tre mesi. D’altro canto questo avviene per scelte dello staff ed è anche uno dei punti di forza del progetto come riferito da uno dei fondatori del club, Sacha Lord-Marchionne, ai ‘colleghi’ di ‘Soundwall’ nei primi di settembre, all’inizio della stagione. Di lì in poi, infatti, nella sede di Stone street, un bunker anti-aereo situato sotto Piccadilly station, si sono alternati i più importanti dj internazionali come accade da ormai nove anni a partire dal 2006. Dalle due serate inaugurali con con ‘Groove Armada’, ‘Seth Troxler’,’ Daphni’, ‘Joy Orbinson’ e ‘Jeremy Underground’ del 25-26 settembre, passando per l’after show del ‘JamieXX-Live in colour tour’ che ha visto protagonisti ‘JamieXX’ e ‘Bonobo’ e l’Underground Sound Suicide’ con ‘Loco Dice’, Maya Jane Coles’ e ancora ‘Point G’ e ‘Black Coffe’ nello stesso weekend. Per non palare del tanto atteso doppio appuntamento del 5-6 dicembre che vedrà il ritorno sul palco del WHP dei ‘New Order’, storica band di casa a Manchester simbolo del periodo d’oro della musica nella città inglese tra gli anni ’80 e ’90, che presenteranno il loro nuovo album dopo dieci anni con l’influenza Gilian Gilbert, ‘Music Complete’ che sembra segnare una nuova era per la band. Un programma davvero ricco e ricercato.
Durante la mia permanenza a Manchester sono riuscito a procurarmi i biglietti della serata del 13 novembre, nella quale il WHP presentava il party ‘R.I.P 50 Weapons Finale’, showcase della prima label del duo berlinese ‘Modeselektor’ creata nel 2005 e ormai giunta, nel 2015, alla chiusura con questo ultimo tour d’addio in scena nei migliori club internazionali, come ‘Concrete’ e ‘Berghain’. Ad accompagnare il duo berlinese sul palco c’erano anche ‘RØdhad’, ‘Truncate’, ‘Benjamin Damage’, ‘Shed’, il live del progetto ‘Siriusmodeselektor’ e la presentazione del ‘ Phosphor live show’ di ‘Clark’. Appena giunti in Stone street verso le 22.00, sotto la pioggia battente, la fila è già molto lunga ma scorrevole. Fatti i controlli, siamo subito all’interno, l’atmosfera è straordinaria, un ex rifugio anti-aereo colmo di gente pronta a lasciarsi andare sotto i colpi di un impianto da ‘paura’ ed è subito chiaro perché viene annoverato tra i top club del Regno Unito. Due sale. Impianto luci surreale. Tutto perfettamente rifinito nel minimo dettaglio. Un’atmosfera completamente diversa da quella che si vive nei top club italiani. Subito i miei preconcetti sulla popolazione inglese svaniscono. Tutti presi dalla musica, tutti felici di essere lì a condividere il dance-floor, cosa abbastanza rara per gli standard italiani di ‘clubbing’.
Appena arrivati nella seconda sala sono in consolle ‘Benjamin Damage b2b Doc Daneeka’ punte di diamante della 50Weapons che nei loro set, come nelle produzioni, cercano di mettere in risalto le varie sfaccettature della Techno in una continua commistione di generi che danno al loro sound una visione ad ampio raggio, da sonorità Ambient a bassline marcati, da loop ipnotici a melodie pulsanti, un vero fiore all’occhiello della scuderia dei ‘Modeselektor’ . Nel mentre il locale si carica, la gente balla in ogni dove, dai bagni al bar, l’atmosfera diventa bollente. E continua a riscaldarsi con i primi suoni graffianti del live di ‘Clark’ che prende in mano le redini del dance-floor nel main stage. Un live futuristico, contaminato dalla ricerca del ‘sound perfetto’ che unisce sonorità ‘geometriche’ e lineari, stacchi euforici, pulsioni fredde, in un climax sonoro concluso tra gli applausi di un pubblico sempre più entusiasta. A seguire sale sul palco lo statunitense ‘Truncate’, esponente di una Techno profonda e dura, ‘deeper and raw techno’ come si suole definirla, che con giri di basso suadenti e sonorità industriali ha dato il via alla ‘marcia’ dei fan. Chapeau! Nel mentre, nella seconda sala, “Cosmin Trg’ altro importante artista della label, da lezioni di tecnica. Ma è giunto il momento tanto atteso, nel mainstage, salgono sul palco con il loro nuovo progetto i ‘Modeselektor’ e ‘Siriusmo’ per uno dei loro live set che stanno spopolando negli ultimi mesi in tutta Europa. Sembra di essere in un videogioco. Acid, break beat, bass-line, electro rap, c’è un po’ di tutto. Ritmi isterici che si risolvono in crescendo, in vere esplosioni di cassa e sintetizzatori come raramente ne avete ascoltati. Alla seconda volta che ascolto dal vivo il progetto mi convinco sempre di più che questo è uno dei migliori progetti del 2015, se non il migliore, ma d’altronde l’eccellenza dei ‘Modeselektor’ non è una novità. Dai ‘Moderat’ a ‘Siriusmodeselektor’ il passo è breve, ma la qualità cresce.
Ma naturalmente quando qualcosa è davvero bello e ci si scatena come capita poche volte, il tempo passa in fretta e un live di un’ora e un quarto sembra durare 10 minuti. Il live termina in un ‘bagno di folla’ in visibilio per i patron della 50weapons . Ed eccoci al bivio. La serata si sarebbe conclusa di lì a poco, ma c’è tempo per un ultimo set. Nella seconda sala sarebbero saliti in consolle i ‘Modeselektor’ per il loro consueto dj set, mentre nel mainstage la conclusione è stata affidata a ‘RØdhad’, il berlinese dalla barba rossa , che con il suo sound è uno dei dj e produttori più importanti della scena techno del momento. Abbiamo optato senza obiezioni per rimanere in compagnia di quest’ultimo. E come immaginavamo non ci ha deluso. L’uomo di punta della ‘Dystopian label’ non delude quasi mai! La sua techno potente e profonda miscelata a sonorità deep e dub ha subito rapito il dance-floor, che esplode quando ‘barbarossa’ nell’arco di 10 minuti suona prima ‘Black Water’ degli ‘Octave one’ e poi ‘The Bells’ del maestro ‘Jeff Mills’, che potrebbe sembrare un ‘voler vincere facile’ ma in realtà non è così. Lo fa con una tecnica sopraffina, caricandone l’attesa come solo lui sa fare. Una techno dura ma elegante allo stesso tempo per un set perfetto. Il colpo di grazia arriva però in chiusura. Ecco risuonare le note di ‘The Knight of Jaguar’ di ‘dj Rolando’ per tutto il locale, che avvolge il dance-floor, costringendolo a buttare fuori le ultime energie per l’ultima danza, finendo così tra gli applausi di un pubblico davvero soddisfatto. Ma è finita. La security ci invita a lasciare il locale, e tutti si dileguano, senza proteste, senza richieste di un ultimo disco, perché il clubbing è anche questo, è tornare a casa soddisfatti senza aver bisogno di nient’altro, qualcosa che noi italiani abbiamo dimenticato. Naturalmente per i più temerari c’era anche un after party ufficiale. Ma a noi bastava così. Siamo tornati a casa felici e soddisfatti. Ribadisco, il clubbing è anche questo. E il WHP, uno dei top club in Europa, è riuscito a donarcelo, chapeau!