REPORT – A voice surreal, Bilal al Blue Note di Milano

a cura di Marco Rosito

Il Blue Note di Milano è uno dei templi della musica live in Italia ed entrarci (per la prima volta per chi scrive) fa un certo effetto. Atmosfera accogliente e luci soffuse, in perfetto stile jazz club.

Sul palco solo due chitarre e un basso acustico. Aspetto con una certa curiosità l’inizio del concerto, ansioso di verificare la resa unplugged del repertorio di Bilal, che (chi ha avuto la fortuna di essere presente al Locus Festival 2015 può confermarlo) spazia dal soul classico al rock, con ogni sfumatura possibile nel mezzo, e ha nel groove e nell’impatto di una band completa buona parte della sua forza. Dico subito che mi son dovuto ricredere: sicuramente l’apporto di Randy Runyon alla chitarra e Tone Whitfield al basso è stato fondamentale per il riarrangiamento dei brani ma probabilmente (se mai ci fosse bisogno di confermarlo) Bilal potrebbe tranquillamente fare un concerto “a cappella”, da solo, lasciando comunque tutti senza fiato. Che è un po’ stata la costante della serata. La padronanza vocale, il graffiato e il falsetto usati con una tale maestria da far spesso scaturire quel tipico sorriso inebetito che si ha solo di fronte a un vero alieno.

Buona parte della serata è stata dedicata all’ultima fatica studio di Bilal, In Another Life, scritto a quattro mani con Adrian Younge. Molto apprezzato è stato proprio l’ultimo singolo I really don’t care, così come sono stati acclamati dal pubblico i successi più datati come Soul Sista e Sometimes, entrambi eseguiti splendidamente, con tutto il groove che era lecito aspettarsi da una formazione così ridotta.
Molto toccante l’omaggio tributato a David Bowie e Maurice White, con Letter to Hermione e Can’t Hide Love. La prima riproposta con l’arrangiamento di Robert Glasper ed eseguita magistralmente dalla chitarra di Randy Runyon, la seconda (già incisa da Bilal con la Randy Watson Experience) in una versione intimista ed assolutamente ispirata.

Dopo un paio di bis, e circa un’ora di splendida musica, il trio si congeda tra gli applausi.

Rimane il classico stupore di fronte a una voce così particolare e spiazzante, per la sua forza, il suo calore e il trasporto che trasmette.

Line up:

Bilal – Voce, Chitarra

Randy Runyon – Chitarra

Conley “Tone” Whitfield – Basso

Setlist: 1.lost for now // 2.love child // 3.all for love // 4.letter to Hermione (David Bowie) // 5.sometimes // 6.can’t hide love (Heart Wind and Fire) // 7.i really don’t care // 8.never be the same // 9.soul sista // 10.satellites // BIS: // 11.lord don’t let it // 12.back to love //