REPORT – Willie Peyote a Bari, la consacrazione dell’artista

a cura di Gigi Salvemini

L’appuntamento è di sabato sera, in uno dei locali storici quando si parla dei live invernali nel barese, il Demodè Club di Modugno. A distanza di qualche mese dopo averlo seguito durante la data in Puglia all’Eremo Club e intervistato lo scorso Maggio, non potevamo certamente mancare a “L’Ostensione della Sindrome – Ultima Cena”, tour che ha portato Willie Peyote in giro per l’Italia in questo 2018.

Chi lo conosce bene, quel cantante torinese così serio e impegnato, sa che quando si parla di Willie Peyote non si parla solo di uno dei cantanti più in vista e affascinanti del panorama musicale emergente italiano, ma si parla anche di un ragazzo che oltre ad adempiere pienamente ai suoi doveri di cantante è anche una persona culturalmente emancipata che difficilmente si distrae dall’obiettivo di diffondere musica che sia anche denuncia della società e spesso del malcostume politico italiano.

Non avevamo dubbi, ci aspettavamo una performance diversa rispetto al Willie sentito lo scorso Giugno e a Torino al CAP 10100 nel 2016. La Sabauda Orchestra Precaria ha completato uno spettacolo già molto interessante, arricchendolo di ritmiche più intense e coinvolgenti. Salito sul palco in perfetto orario, Peyote è un vero mattatore: mantiene il suo stile formale ed educato ma certamente irato quando le sue canzoni toccano temi importanti (tutte le volte che lo seguo penso sempre più che forse in un’altra vita sarebbe stato un presentatore di talk show politici). Ci sono i brani di Educazione Sabauda che hanno caratterizzato il percorso del cantante torinese come: Che bella giornata, C’era una Vodka, A allora Ciao o Io non sono razzista ma… brano che puntualmente è preceduto dal saluto a Matteo Salvini (chissà come gli fischieranno le orecchie ad ogni concerto di Willie). Ci sono i fantastici tormentoni di Sindrome di Toret, quarto album in studio del rapper italiano, come Ottima Scusa, Le chiavi in borsa, C’hai ragione tu, Metti che domani o Donna bisestile. Abbiamo ritrovato quei tantissimi fan giunti da tutta la provincia in un Demodè quasi sold out. Ho ammirato con tanto fascino i ragazzi che cantavano a squarciagola e i tanti curiosi over 30, segno che c’è stata una bella evoluzione nel pubblico che in questi mesi si è avvicinato sempre più alla musica di Willie Peyote. Quasi al termine del concerto arriva l’emozionante omaggio del cantante a Pino Daniele con una rivisitata cover di A me me piace ‘o blues. Abbiamo ritrovato un Guglielmo più maturo, padrone del palco e delle sue parole.

C’è da evidenziare l’importante ruolo durante il concerto di Frank Sativa, uno dei più promettenti produttori italiani, autentico direttore di uno show che per oltre un’ora e mezza ha divertito e appagato i tantissimi giunti al Demodè. “Se saltiamo tutti insieme il pavimento non ci tiene, viene giu” sono i titoli di coda di un bellissimo concerto.

Willie Peyote è il cantante italiano più interessante e forse anche più intelligente di una nuova scena musicale italiana che si è prepotentemente affermata e orgogliosamente imposta. Speriamo di ritrovarlo presto e di continuare a stupirci per così tanto estro.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da DOYOULIKE.ORG (@dylmagazine) in data:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da DOYOULIKE.ORG (@dylmagazine) in data: