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REPORT – Somewhere Festival 2018, modalità rave on!
a cura di Luca Tarantini
Per chi segue Doyoulike.org avevamo già parlato in un articolo di preview del Somewhere, festival made in Calabria che ormai da quattro edizioni infiamma le estati del territorio calabrese a suon di musica elettronica, miscelando passione, amore per il territorio e naturalmente la musica in un connubio quasi perfetto. Abbiamo seguito il festival in prima persona e solo dopo una settimana di ripresa completa siamo qui a parlarvi di quello che, a nostro avviso, può considerarsi un successo rappresentato da un weekend di grande musica. Ma partiamo da principio.
Dopo un lungo viaggio in treno dalla Puglia per raggiungere Pizzo Calabro (con Trenitalia in una delle sue peggiori performance di sempre!) siamo arrivati in un vero e proprio paradiso, la costa degli Dei, circa 55km di costa che alterna a lunghe spiagge bianche rocce frastagliate e scogliere spioventi che creano piccole calette che sembrano disegnate. Ed è questo il punto di partenza, nonché punto di forza, per parlare di Somewhere 2018: un territorio naturale, selvaggio a tratti, cornice perfetta per un festival. Siamo arrivati il venerdì pomeriggio, giorno d’inizio del festival, al Lido Pescespada, location dell’intero festival e ad accoglierci c’era tutta la crew (o famiglia, penso sia più corretto) di Somewhere in gran fermento con gli ultimi preparativi, tutti alle prese con gli allestimenti di quello che di giorno è un normale lido balneare – apriamo una parentesi proprio sulla location: la scelta di un lido balneare come location oltre che essersi rivelata, come dopo spiegheremo, una buona soluzione in linea con i dettami del festival, è stata a tratti una scelta obbligata dettata da una sorta di ostruzionismo burocratico delle istituzioni che invece di agevolare iniziative di sviluppo territoriale osteggia tutto ciò che non è una sagra di paese – ma che la stessa sera si sarebbe trasformato in un dancefloor pronto ad ospitare una dei mostri sacri dell’House Music mondiale, Kerri Chandler, primo headliner in programmazione nonché punta di diamante del festival. Dopo qualche bagno nelle splendide acque cristalline del mar Tirreno, un po’ di sole e qualche birretta ghiacciata siamo pronti per iniziare.
Il party prende il via alle 22 con il b2b dei local dj Nasty Boy e Raffaele Chinaglia, artisti molto apprezzati nel panorama musicale calabrese che danno il via alle danze mentre il dancefloor , con molta lentezza in linea con le blande tempistiche meridionali inizia a popolarsi. È poi il turno di Hugo LX eclettico artista francese in grado di svariare dall’ House più tradizionale a sperimentazioni più ardite frutto dell’incontro tra jazz, elettronica e ambient. Brezza marina e una lunga spiaggia a ciottoli accerchiata da un’enorme e fitta pineta segnano i confini del lido e lo scenario perfetto per danzare sino all’alba. Il locale inizia a riempirsi, la gente balla freneticamente quando i Dirty Channels in consolle ricamano su un ritmo in 4/4, rapido ed inteso, un omaggio alla regina della musica Soul Aretha Franklin, venuta a mancare due giorni prima, con il vocal di ‘I say a little prayer’ tra l’entusiasmo di un pubblico in visibilio. Il dj olandese Nacthbraker continua il lavoro di preparazione con un set determinato ed energico che culmina nel drop di Atmosphere, disco cult del tanto atteso Kerri Chandler. Ma quando quest’ultimo entra in cabina di regia la musica cambia, facendo esplodere la pista a suon di dischi. Un climax musicale che spazia da groove Funky a sonorità tipiche della migliore House di Chicago scivolando man mano verso quel suono un po’ più profondo, più Deep che lo contraddistingue che tocca il suo picco quando con un magistrale virtuosismo tira fuori dal cilindro Never grow hold di Floorplan. Il suo set prosegue per tre fantastiche ore nelle quali Kerri è in grande spolvero tra tastiera, mixer, sorrisi e good vibes fino all’ultimo disco nel quale incanta il dancefloor intonando uno dei suoi grandi classici Rain per poi ringraziare tutti e chiudere in bellezza questa prima giornata di festival.
Dopo un bel riposo, quasi dovuto, e un po’ di relax da vacanzieri tra un giro nella bellissima Tropea, qualche bagno qua e là e qualche spuntino tra pesce e ‘nduja giungiamo al secondo giorno di festival che vede come headliner lo svedese Dj Seinfeld fresco di annuncio del suo Dj Kicks World Tour. A riscaldargli l’atmosfera però ci ha pensato la rivelazione, a nostro dire, del Somewhere la dj romana Matisa con un set, rigorosamente in vinile, dalle mille sfaccettature svariando da un genere all’altro con maestria ed audacia, vorticando a 360° come con il drop improvviso di Relax your body-DFX , senza dubbio tra gli artisti che abbiamo più apprezzato. Con una pista già on fire è il momento di Seinfeld che non si fa attendere. Giovane ed energico, con un suono grintoso e pungente ma sempre molto raffinato scuote la bionda chioma a destra e a manca, ballando da fermo e seguendo il dancefloor con lo sguardo, cavalcandolo quasi con un suono squisitamente House ma più crudo e spigoloso, quasi electro ma molto emotivo, è entrato nelle nostre teste con il drop di Krystal Klear-Just a little e ne han risentito anche le nostre caviglie per poi passare le redini al b2b tra Cristian Lisco e Asymmetrical a chiudere la seconda giornata del festival.
La terza ed ultima giornata del festival per svariati motivi è quella che ci ha colpito di più. Cominciare a ballare alle 18.00, baciati dal sole, a due passi dal mare tra palme e sabbia, sorseggiando una birretta in costume, camicia floreale ed infradito non ha prezzo ma se Nicodemo, al tramonto passa, all’interno di un set interessantissimo, Hai capito o no di Ron il tutto diventa fantastico, tipico e familiare. Sarà stata la poca affluenza e di conseguenza la possibilità di ballare liberamente e senza freni, l’incredibile live dei Materianera che ci ha accompagnato nella transizione da giorno a notte con una pulsione emozionale da brividi, l’aver ballato davanti al sole che tramontava in mare oppure la carica dei local djs che si sono alternati in consolle per dimostrare qual è il suono targato Somewhere ma questa terza ed ultima giornata l’abbiamo davvero molto apprezzata a coronamento di un weekend davvero entusiasmante.
Tirando le somme di questa nostra esperienza, avendone conosciuto i protagonisti e fautori, possiamo tranquillamente dichiarare che Somewhere rappresenta un progetto davvero ambizioso con un grandissimo potenziale. La strada da percorrere per entrare nella vetta dei migliori festival nel panorama elettronico italiano è ancora lunga ma la direzione sembra essere quella giusta. Somewhere prima che un’organizzazione ci è parsa essere una vera e propria famiglia accomunata dalla passione per la musica di qualità (musicalmente parlando, secondo noi, il festival è stato al top) per l’attaccamento al territorio e l’amore per una regione straordinaria come la Calabria per la quale questa famiglia ormai da quattro edizioni si mette in gioco con tutte le proprie forze e risorse. La perseveranza paga e noi di DoYouLike.org, avendo potuto partecipare al festival e avendo conosciuto le menti dietro di esso, siamo certi (e speranzosi allo stesso tempo) che il progetto continui a crescere e ad affermarsi come tappa dovuta dello scenario elettronico italiano.
Ad Maiora Somewhere e arrivederci all’anno prossimo!