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Tiny Desk Concerts: cosa sono e perchè ascoltarli
A cura di Arianna Semeraro
Quasi due anni fa, quando il mondo si chiudeva in lockdown, ho iniziato a cercare alternative a festival e concerti dal vivo, ho guardato qualche live registrato, ascoltato versioni acustiche dei miei brani preferiti, fatto ricerca sul significato dei testi che più mi interessavano, insomma ho navigato in lungo e in largo fino a quando un giorno, per puro caso, mi sono imbattuta in un tiny desk concert. Me ne sono letteralmente innamorata e da allora ogni volta che sono in modalità chill & relax so sempre cosa ascoltare. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.
Per chi se lo fosse perso i tiny desk concerts, letteralmente “piccoli concerti da tavolo“, nascono nel 2008 dalla mente lungimirante di Bob Boilen, conduttore radiofonico del programma “All Songs Considered” trasmesso dalla NPR (Washington), una syndacation di radio a capitale pubblico che, coprendo tutto il territorio statunitese, ha un’ audience enorme. La storia vuole che una sera Boilen, insieme all’editore della NPR Music Stephen Thompson, abbia lasciato un bar show fortemente deluso dalla qualità di ascolto della musica, continuamente disturbata da rumori e chiacchiericci e che alla battuta di Thompson di invitare la cantante di quell’evento, Laura Gibson, a suonare privatamente sulla sua scrivania, il conduttore abbia inziato a ragionare seriamente su quella possibilità. In effetti, quasi un mese dopo la serata in questione, Boilen fa proprio questo: invita la cantante folk Laura Gibson a esibirsi nel suo studio, improvvisa una registrazione dei suoi pezzi e pubblica tutto online.
Da quel momento in poi il successo dei concertini da scrivania è cresciuto esponenzialmente attirando l’attenzione di milioni di ascoltatori sparsi per tutto il mondo che hanno così colto la possibilità di ascoltare i propri artisti preferiti in versioni inconsuete e intime e di scoprire anche nomi nuovi spesso assenti dai grandi circuiti (come quello di NoSo per fare un esempio). Sicuramente il punto di forza dei tiny desk concerts risiede proprio in questo, nella dimensione privata e famigliare dei set, spesso acustici, da cui si esibiscono gli artisti che, circondati da vinili, libri, tazze da thé e scrivanie (appunto) sembrano quasi invitare gli ascoltatori a sedersi e concedersi un momento per sé, lontano dalla frenesia della routine. Non solo, un altro aspetto molto interessante riguarda l’inclinazione conversazionale delle esibizioni che spesso includono il racconto di piccoli aneddoti, stati d’animo e percorsi di crescita legati alla composizione dei singoli brani, un modo quindi per empatizzare ancora di più l’ascoltatore e coinvolgerlo all’interno della performance.
Inizialmente criticati per una mancanza di “inclusività di generi”, oggi i tiny desk concerts raccolgono i nomi di alcuni degli artisti più influenti del panorama musicale mondiale anche molto diversi tra loro per ritmi e scelte espressive: da Adele a Dua Lipa (prima su YouTube con 96,3 milioni di views) , da Jorja Smith a Alicia Keys e da Sting a Bonobo per citarne alcuni.
Mi sento di consigliarvene cinque tra i miei preferiti:
- Anderson .Paack & The Free National – 22 Agosto 2016 – 92,4 milioni di views
- Alicia Keys – 22 Giugno 2020 – 27,6 milioni di views
- Mac Miller – 8 Agosto 2018 – 92, 7 milioni di views
- Tyler, The Creator – 14 Dicembre 2017 – 28, 7 milioni di views
- Masego – 24 Luglio 2019 – 16,7 milioni di views