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DISCOVERING – MINAPER, “Agosto” dai toni e colori invernali riflessivi
a cura di Giorgia Groccia
“Agosto” è l’ultimo singolo della cantautrice capitolina MINAPER fuori il 15 gennaio su tutte le piattaforme digitali. A dispetto del nome, palesemente evocativo circa la bella stagione e l’estate, è una ballad dai toni e colori invernali riflessivi emersi grazie alla produzione di Francesco Megha e il mastering di Vincenzo Maria Cristi.
“Questa canzone parla di paura e resistenze interne, la giostra di cui parlo è quella della musica e di tutte le dinamiche che mi mettono a disagio, della tendenza a mettermi in discussione nei diversi aspetti della vita, nelle relazioni con gli atri e soprattutto con me stessa. Alla fine spesso sono solo paure e come dico nella canzone “ma poi non casco io e neanche il mondo” è una sorta di mantra per trovare sollievo, un promemoria per ritrovare la leggerezza necessaria, evadere dall’immobilità delle valutazioni e finalmente agire..”
Un brano nato per caso, nell’arco di un pomeriggio d’agosto, uno dei tanti, ma non uno qualsiasi. Difatti il vento preannunciava un classico temporale estivo, con il meteo che rispecchiava fedelmente l’umore di Martina (Minaper) in quel preciso frangente. Il vento specialmente mentale prometteva presto una tempesta emotiva che trasportava l’artista con estrema naturalezza verso la stesura di un brano scritto con il cuore in mano e sulle note di una chitarra. Agosto, inizialmente nato dall’esigenza di esistere e meno dall’esigenza d’essere reso pubblico, conduce la cantautrice a spogliarsi di ogni incertezza a riguardo, svestendosi così dai preconcetti e dalla ricerca spasmodica di qualcosa di complesso e ricercato; restando su un giro di accordi classico con dei bpm morbidi utili a rallentare il ritmo dei pensieri, MINAPER ci regala la verità, la sua. Quella nata tra le macerie dei pensieri e destinata ad una tavolozza ricca di colori grazie alla produzione di Francesco Megha.
- Raccontaci il tuo ultimo singolo AGOSTO.
Quando l’ho scritta non ero in un momento di massima chiarezza ed ho cercato di ritrovarla, come spesso mi accade, attraverso la scrittura. Parla di quando alcune situazioni non ti appartengono più ed inizi a non riconoscerti in quello che ti succede. E’ una canzone morbida, per riprendere fiato prima di rimettersi in gioco. Nata voce e chitarra come sempre è poi sbocciata grazie alla produzione di Francesco Megha.
- Come mai hai deciso di far uscire questo brano proprio adesso?
Sentivo che era il momento giusto, in generale avevo bisogno di continuare il discorso iniziato con il precedente Ep per approdare poi a quello che verrà, “agosto” mi sembrava il giusto anello di congiunzione. La canzone è assolutamente invernale, non avrei potuto pubblicarla in un momento diverso, diciamo che si è creata una coerenza temporale tra questioni tecniche, atmosfera del pezzo e il bisogno di pubblicare qualcosa di nuovo.
- Se dovessi scegliere un film da associare ad AGOSTO, quale film sarebbe?
Bella domanda! me ne vengono in mente due, diversi ma che hanno qualcosa che mi rimanda alla canzone e a me mentre la scrivevo. Il primo è “Melancholia” e l’altro è “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”
- Quali sono i tre brani di cui non puoi proprio fare a meno quando sei giù di corda?
Quando sono giù di corda in genere mi immergo in canzoni ancora più giù di corda di me! però ho scoperto che “La collina dei ciliegi” è un giusto compromesso tra il riprendersi e l’assecondare ancora per un po’ una lieve malinconia. Oppure per momenti di sotterranea depressione il colpo di grazia potrebbe essere “never is a promise” di Fiona Apple, per riprendermi piano opto spesso per “The Greatest” di Cat Power. Ne avrei altre 30 onestamente ma penso sia sufficiente!
- Progetti futuri?
Scrivere canzoni, registrarle col cellulare e pubblicarle così nude e molto crude. Non so se è un buon progetto ma mi chiama forte.