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DISCOVERING – L’esordio “Dentro e Fuori” di Oana
a cura di Giorgia Groccia
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Oana, artista classe 1992 che esordisce con Dentro e Fuori, singolo di debutto e primo assaggio di un EP di prossima uscita dal titolo I Fiori Del Male: un mondo oscuro e allucinato di club ai confini del mondo. Ecco cosa ci ha raccontato.
- Cosa ti ha spinto a scrivere Dentro e Fuori?
La domanda giusta sarebbe stata: chi ti ha spinta? La risposta sarebbe stata: Un ragazzo. Alla domanda “cosa” posso rispondere… Riflettevo sull’importanza del dialogo e di quanto possa essere dolorosa l’assenza di questo.
Perché facciamo così poca fatica a toglierci i vestiti, mentre parlarsi con sincerità è sempre così tremendamente difficile?
- Come nasce un brano di Oana? Prima il testo o tutto il resto?
Scrivo prima i testi, e poi trovo loro la veste migliore. Mi svago anche producendomi pezzi strumentali di elettronica, ma non sono mai riuscita a trovare dei testi per loro, al massimo dei cori e delle melodie vocali prive di semanticità.
- Portaci un giorno in studio con te; qualche aneddoto particolare che è avvenuto durante la registrazione de I FIORI DEL MALE?
Beh la sfida è sempre riuscire a consegnare le tracce senza cancellare niente. Ho un talento distruttivo innato. Mi è successo infinite volte.
Ad esempio: registro la demo di Dentro e Fuori a casa mia, la mando a Mr. Blackstar, mi dice yeah al rientro dalle vacanze lavoriamo alla produzione e la registriamo. Rientriamo, ci troviamo in studio, porto il mio MPC, il file è completamente sparito. Abbiamo passato mesi cercando di replicarla, ma la parte ritmica ad esempio erano campionamenti miei di pagine di libri che sbattono, assolutamente irripetibile. Sono Paganini. La versione che sentite è un vero falso d’autore.
- E prima che esca il tuo primo EP, ci puoi anticipare qualcosa? Cosa dovremmo assolutamente sapere prima di ascoltarlo?
Io sono quella persona che quando è triste ascolta musica triste e quando è felice ascolta musica triste. Non giudicatemi, nel quotidiano sorrido fin troppo. Solo che… il mio amico Boris Yellnikoff in “Basta che funzioni” lo spiega meglio: “Sentite, ve lo dico subito, ok? Io non sono un tipo simpatico, la simpatia non è mai stata una priorità per me e, per essere chiari, questo non è un film da “oh, quanto mi sento bene”.
Se siete di quegli idioti che devono sentirsi bene, be’, fatevi fare un massaggio ai piedi.”
- Parteciperesti mai ad un talent? Li segui?
No, non credo che lo farei mai. Li seguo sporadicamente, ad esempio mi sono vista questa edizione di X-factor, bellina.
- Prossimi step del tuo progetto?
Beh spero di suonare presto, come vi dicevo di pari passo alla scrittura porto avanti anche questo progetto elettronico, tracce un po’ danzerecce, un po’ da club, che non vedo l’ora di suonare, che non vedo l’ora di ballare. Non ho una band quindi posso fare tutto quello che voglio urrà!