INTERVISTA – Materianera, sperimentazione e profondità made in Italy

a cura di Luigi Lupo

Il suono è oscuro, profondo, spaziale. La voce calda, un’anima soul in un tappeto galattico. Bisogna confessarlo: la prima volta che siamo entrati in ascolto di “Supernova”(Tainted Music), primo Ep di Materianera, abbiamo pensato non si trattasse di un progetto italiano. E non per una forma di esterofilia, ma perchè si abituati ad ascoltare un certo genere di produzioni, richiami a James Blake, Fka Twins, Chet Faker, provenienti dalla realtà londinese o comunque fuori dal nostro paese.  Invece, è stato un immenso piacere scoprire il taglio made in Italy di questo progetto. Tre artisti(Yendri Fiorentino, Alain Diamond, Davide “Enphy” Cuccu, di base a Torino, appartenenti a realtà diverse, uniti dalla sperimentazione, dal desiderio di proporre qualcosa di nuovo.   E la voce, così delicata e piena di Yendri Fiorentino, con alle spalle una esperienza a X Factor e con Crozza, è la ciliegina sulla torta di un suono così contemporaneo e “fuori dalla media”.

Abbiamo intervistato la voce, Yendri Fiorentino, per farci raccontare l’origine e lo sviluppo del loro progetto.

Materianera è, a mio parere, uno dei progetti più interessanti e dal respiro contemporaneo in Italia. Come e quando nasce?

I Materianera nascono dall’incontro di tre artisti appartenenti a mondi molto diversi tra loro. Io sono la parte più black, Davide suona nei Bluebeaters, ma è appassionato di musica elettronica e Alain fa deep-house. Il sound Materianera è influenzato da svariati generi. L’EP, pubblicato lo scorso dicembre, si chiama “Supernova”, nasce da un nostro bisogno di esprimere e condividere ciò che abbiamo creato insieme in studio. L’obiettivo è di fare la musica che ci piace… e farla conoscere a più persone possibili.

Yendry Fiorentino, voce e anima calda del progetto, proviene da una esperienza a X Factor. Cosa ha segnato la svolta da un percorso  orientato al pop a qualcosa di molto più sperimentale?
Credo che il cambiamento si strettamente correlato alla mia crescita ed alla varietà di musica che ho ascoltato in questi ultimi anni. I gusti musicali, infatti, cambiano e si trasformano con il passere del tempo ed alcune volte sono anche influenzati da incontri più o meno casuali. Io, infatti, sono “una spugna” … assorbo musica nuova e apprendo tutto ciò che posso dagli altri.

E dell’esperienza con “Crozza nel Paese delle Meraviglie” cosa puoi dirci?
È un ambiente di lavoro come gli altri, tranquillo e si lavora un sacco. Il cast è composto da persone molto giovani quindi si è creato un bel gruppo, tra ballerini e coristi! Crozza è molto preciso e facciamo un sacco di prove per questo! Al fatto che sia in TV in realtà non ci penso mai, è un programma in diretta e quindi lo considero quasi teatro. Mi permette di vivere di musica e mi lascia il tempo per lavorare con i Materianera. L’unica pecca è che mi divido tra Torino e Milano, ma questa è una mia scelta personale, non voglio vivere a Milano.
Il bello di questo programma è che richiede versatilità! Si imparano tantissime cose

La prima impressione che si ha all’ascolto di “Supernova”  è quella di un suono che ricorda molto la scuola londinese da James Blake o l’influenza di Chet Faker.  Ma la voce femminile di Yendri rende legittimo il paragone con Fka Twins? Sono nomi che rientrano nel vostro background musicale?

Assolutamente si. L’ispirazione è quella. Amo la voce di James Blake e tutti i suoi lavori, Chet Faker abbastanza. Ascolto molto FKA Twigs, che pur essendo impegnativa da ascoltare, è un’artista a 360 gradi. L’ho vista in concerto a Milano la scorsa primavera lei ha retto molto bene il palco, non me l’aspettavo.

Di cosa parla “Supernova”? Questa sorta di esplosione stellare, che ritroviamo nei suoni cupi e galattici delle drum machines, cosa rappresenta?
Supernova rappresenta la morte di una stella (il collasso più precisamente), che però può portare alla rinascita di un nuovo astro. Nella canzone, la supernova rappresenta l’esplosione di emozioni in una storia d’amore che sta per finire e potrebbe poi, chissà, ricominciare! L’idea iniziale era quella di portare l’ascoltatore in una dimensione diversa da quella reale. Io apprezzo chi dedica del tempo all’ascolto della musica e lo fa senza occuparsi di altro nel frattempo…solo così si coglie l’essenza del suono.

In Italia, c’è realmente un fenomeno di crescita a livello di produzioni elettroniche d’ascolto? Un progetto come questo, innovativo, sperimentale, direi moderno, che riscontro può avere nel nostro paese?

Beh speriamo abbia un riscontro positivo! Sicuramente la prima sarà una sensazione di smarrimento e accettazione del genere e del nostro suono, subito dopo spero sarà apprezzato. Credo che il pubblico abbia bisogno di tempo per adattarsi a della musica diversa dalla media. All’estero questo genere esiste già da anni e in Italia, secondo me, siamo pronti! 🙂

[youtube id=”Ogp-6Vvn50o” width=”620″ height=”360″]