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INTERVISTA – AINÉ, il cambiamento e la sperimentazione
Uno dei nomi più promettenti e autentici del pop italiano di nuova generazione
a cura di Giorgia Groccia e Gigi Salvemini
AINÉ, all’anagrafe Arnaldo Santoro, ha dimostrato in questi mesi di essere tra gli artisti più apprezzati della nuova scena pop italiana, anche grazie alla collaborazione con Giorgia nel suo nuovo album della cantante “Pop Heart”. “Niente di Me”, il nuovo album, segna un passaggio netto tra il passato e un nuovo percorso creativo in cui l’artista si racconta a 360 gradi componendo e scrivendo in toto questo lavoro, impreziosito dai featuring con Willie Peyote in “Parlo piano” e Mecna in “Mostri”. Dal 27 Febbraio sarà in tour in tutta Italia, con una serie di date che accenderanno i riflettori sul nuovo album, uscito il 18 Gennaio per Virgin Records (Universal Music Italia) e anticipato dai singoli “Ormai” e “Solo un po”.
Un suono sperimentale per un artista giovane come te. Hai riscosso ottimi apprezzamenti dagli amanti del nu-soul, hip e RnB diventando un punto di riferimento della scena RnB italiana. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta stilistica?
“Vengo dalla black music, dall’hip hop, dal soul, negli anni c’è stata un’evoluzione di generi che hanno portato contaminazione all’interno della mia musica. Quest’album mescola diverse sonorità disparate, abbiamo deciso di dare una firma nuova al genere che avevo sempre fatto. Quindi oltre agli amanti della black, dell’hip hop e del soul, siamo riusciti a prendere anche un filone di persone che ascoltano più pop o rock. Abbiamo voluto dare una variante di generi.”
Hai collaborato con grandi artisti italiani come Sergio Camarriere o Giorgia. C’è un cantante con il quale non hai ancora collaborato e con cui ti piacerebbe duettare?
“Ce ne sono un pò. Io ascolto molta musica e trovo che tra gli artisti italiani ci siano moltissime cose interessanti, dalle più famose alle meno famose. Mi piacerebbe duettare con Jovanotti, Tiziano Ferro, Elisa, invece nell’underground mi piacerebbe poter fare un feat. con Franco126, Coez o Frah Quintale.”
Da artista che si è culturalmente formato, quale sei, come vedi l’attuale scena musicale emergente? E quanta importanza ha avuto lo studio nella tua carriera?
“Io al momento vedo in generale un buon periodo per la musica italiana. Non c’è mai stato così tanto fermento nei confronti della musica e di cose nuove che escono. È una continua evoluzione e un continuo di cose nuove che prendono vita e questa cosa mi fa piacere. Per quanto mi riguarda sto riscontrando un sacco di cose positive intorno al mio progetto e credo che sia un buon momento per tutti.”
In un attuale contesto di rinnovamento musicale, quanto credi sia importante la sperimentazione (di nuovi generi e di nuovi suoni)?
“Io credo sia fondamentale, se noi generazione di giovani (io sono del 1991, quindi abbastanza giovane) non sperimentiamo e non cerchiamo di creare cose nuove e diverse allora significa che non c’è evoluzione. Quindi bisogna avere l’esigenza di sperimentare e come lo sto facendo io lo stanno facendo tanti altri. Non mi sento l’unico, anzi. Come me, molti ragazzi stanno cercando di creare cose nuove, anche perché le solite cose hanno stufato e a mio parere stanno un po’ scocciando. I soliti testi, i soliti generi: c’è bisogno di cambiare facendo cose più fresche.”
Se dovessi scegliere 3 album che ti hanno cambiato la vita (sotto ogni aspetto) quali sceglieresti?
“Te ne dico di più di tre! Allora sicuramente “Off The Wall” (Michael Jackson), poi “Black Radio” (Robert Glasper), anche “Nero a Metà” (Pino Daniele), “Black Boy Fly” (Kendrick Lamar) e “Continuum” (John Mayer). Ma non sono neanche tutti, sono i miei ultimi ascolti per riuscire ad arrivare alla produzione del mio ultimo album.”
In un universo musicale dedito all’iper comunicazione fatta specialmente di promozione social e immagine, dove ti collochi in base a questi parametri come persona e come artista?
“Utilizzo i social solo per lavoro, non riesco a condividere tutta la mia vita sui social. Sto cercando di utilizzarli di più ma penso che la cosa essenziale sia condividere le questioni lavorative e mostrare agli altri tutte le news.”
Quando scrivi le tue canzoni da cosa ti lasci ispirare?
“Sulla scrittura sono molto molto libero, scrivo ciò che mi passa per la testa, ed è il motivo per cui sembra spesso che i miei testi parlino di me in prima persona. Io cerco di sembrare sempre soggettivo in apparenza, ma in realtà do all’ascoltatore il modo di immedesimarsi con il testo, motivo per cui cerco di fare testi abbastanza realistici così da poter colpire una grossa fetta di pubblico che, così, può specchiarsi nelle mie canzoni. Se si parla sempre di mitra, droga e violenza non tutti, compreso me, possono sentirsi coinvolti. La cosa bella di quest’album è che moltissima gente se ne sente coinvolta.”
Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi progetti futuri e tour?
“Questo venerdì faremo un’anteprima a RADIO DUE, un concerto full band, anteprima appunto di ciò che poi sarà il tour. La prima data del tour ufficiale sarà il 27 febbraio all’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA a Roma, e di lì partiremo per andare in tutta Italia. Se si vuole ascoltare un assaggio di ciò che sarà il mio live, si può venire a RADIO DUE (salaB) venerdì 1 in Via Asiago (Roma).”
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