RECENSIONE – Floating Points, “Elaenia”

a cura di Luigi Lupo

Ambient, elettronica, jazz fusion

Un viaggio verso lo spazio a bordo di navicelle che ti accolgono dolcemente, delicatamente, un percorso lento e rilassato.  E’ jazz applicato all’elettronica ambient. Molto ascolto, poco dancefloor. Floating Points colpisce, più che mai, alla mente. Come un sogno che il mattino seguente ti lascia perplesso sul suo contenuto. Ma ti abbandona dolcemente a liberi pensieri.

“Elaenia”, ultimo lavoro del dj e producer inglese per Luaka Bot/Pluto, nasce proprio da una visione onirica. Sham Sheperd si sveglia un mattino e ripercorre un sogno: c’è un uccello migratore(Elaenia è una specie di uccelli) che si stacca dal suo stormo e viene assorbito dalla foresta.  E poi la similitudine con gli atomi che vengono assorbiti dall’universo quando l’uomo muore.  Floating Points narra questa visione con le macchine ma anche con gli strumenti, suonati, vivi, perfetti. Così come mostrato anche in occasione dell’ultimo Club to Club. “Silhouttes(I, II & II)”, terza traccia dell’album, ne è una dimostrazione col suo jazz fusion sfiorato da lievi tocchi elettronici.  “Elaenia”, invece, rappresenta il sogno che ha ispirato il lavoro: i tocchi di piano insieme all’uso di sintetizzatori analogici rendono l’atmosfera cupa. Sembra di entrare in quadro dove la natura, l’uccello migratore, è protagonista, l’uomo è spettatore entusiasta dello spettacolo cui sta assistendo.  Affascinato e spaventato dai suoi misteri.  Il vortice si fa più intenso con “Argentè”, il punto più scuro, dove trionfano le macchine. Ma si torna a vedere la luce con “For Marmish” dove il ruolo del basso elettronico e le piacevoli note di piano creano un’atmosfera soft.  Che prosegue con “Peroration Six” a chiudere un percorso di introspezione con gli occhi aperti. Come quando ci si sveglia da un sogno.

Tracce consigliate

Silhouttes(I, II & II)

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Argentè

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